Le ASD dovranno trasmettere i dati all’Agenzia i dati delle ricevute rilasciate per l’attività dei minori.
Siete pronti? Ecco un nuovo obbligo – come se non ce ne fossero già abbastanza – per le associazioni sportive: l’Agenzia delle Entrate chiederà infatti alle ASD e alla SSDrl di comunicare le quote pagate per l’attività Sportiva dei minorenni, un nuovo adempimento che andrà a integrare la Dichiarazione Precompilata dei contribuenti.
Ricordiamo che per quote sportive per l’attività dei minori si intendono le spese di iscrizione e partecipazione a corsi e attività sportive dei ragazzi di età compresa tra 5 e 18 anni. Spese che danno una detrazione dal reddito per il 19% della spesa sostenuta fino ad un massimo di 210€ l’anno.
Le comunicazioni andranno effettuate attraverso il portale associazioni del CONI, sempre più presente e indispensabile.
Cosa cambierà esattamente per Associazioni e Società Sportive?
L’obiettivo dell’Agenzia è chiaro, semplice e, a dirla tutta condivisibile: raccogliere tutte le informazioni sulle detrazioni che possono essere apportate in dichiarazione dei redditi, in modo da rendere più semplice la vita per il contribuente. Ma il gioco è a somma zero, a fronte di una facilitazione per il contribuente avremo un’ulteriore complicazione per le associazioni, le quali saranno costrette a un’ulteriore comunicazione. Una comunicazione che molto probabilmente avverrà attraverso il Registro delle Società Sportive del CONI, il quale mette a disposizione strumenti per la gestione delle ricevute e, in futuro, per un probabile CONTROLLO TOTALE (non è banale sottolineare questa presenza totalizzante del Comitato Olimpico) delle Associazioni e Società Sportive.
E’ giusto tutelare i diritti dei contribuenti, ma bisogna domandarsi anche quanto pesino questi diritti quando diventano obblighi per le piccole e medie associazioni.
La situazione è molto particolare, da una parte è giusto che il fisco agevoli il contribuente, ma dal nostro punto di osservazione, a contatto quotidianamente con associazioni, ci chiediamo quanto possa pesare tutta questa trasparenza in termini di tempo e denaro, sopratutto per quelle realtà che spesso sono gestire da una o due persone al massimo.
La tendenza, in ogni caso, sembra essere quella di una professionalizzazione dei compiti che competono ai dirigenti delle società, una tendenza che si scontra con la natura dilettantistica della maggior parte dello sport italiano. Il consiglio, come sempre, è quello di appoggiarsi a figure professionali esperte, preparate e specializzate.