Diversi siti hanno riportato la notizia di un rinvio fino al prossimo agosto. Sarà vero?
Cosa è il GDPR? Preferiremmo non dirlo. In questi mesi siamo stati tutti tartassati da mail, messaggi, articoli, etc. etc. a riguardo di questa fantomatica sigla.
Ma, visto che proprio ci tenete, vi diciamo che il GDPR è un regolamento europeo – attenzione a queste due parole – che mira a armonizzare le normative dei paesi membri riguardanti la privacy e, sopratutto, a tutelare i diritti degli utenti/clienti di gestire i propri dati.
Il GPDR riguarda anche le associazioni. Non dimenticatelo.
Non aggiungiamo altro, anche perché non vogliamo fingerci esperti su un argomento molto “scivoloso” e del quale molti stanno tentando si approfittare. Quello che è importante è che questo regolamento riguarda tanto le aziende, quanto le associazioni no profit e quindi, con ogni probabilità, riguarda anche voi che ci state leggendo.
Un’altra cosa importante da spiegare riguarda la notizia riportata da alcuni siti e gruppi di facebook per cui l’applicazione del GDPR slitterebbe al 21 Agosto prossimo, e che quindi sanzioni e controlli sarebbero rimandati. Bè, sappiate che non è così.
La questione nasce dal fatto che il Governo avrebbe dovuto rilasciare, entro il 21 maggio scorso, un decreto per adeguare il regolamento alla normativa nazionale. Ebbene il decreto non è stato emanato – è stata presentata soltanto una bozza, tra l’altro con diverse pecche a sentire gli esperti – perché le commissioni speciali che avrebbero dovuto esprimere un parere in merito, non si sono espresse.
Un regolamento europeo è valido e attivo anche senza il decreto da parte del Governo
Perché allora il GDPR è comunque attivo e vincolante?
Perché il GDPR è un Regolamento Europeo – ricordate le due parole magiche – e come tale è efficace e in vigore immediatamente e deve essere attuato con tutte le sue misure, anche senza il decreto che lo armonizza alla legislazione italiana (Decreto che dovrebbe slittare al prossimo agosto).
Quindi è giusto che sappiate che le ispezioni del Garante della privacy possono già partire e l’autorità può già multare chi si fa trovare non in regola con sanzioni che potranno raggiungere i 20 milioni di euro o il 4 per cento del fatturato globale.